Reviews from "The Final Stage"
heavymetalwebzine.it
6.5/8
Direttamente dalla Vicina Svizzera, ecco a voi i Distant Past!
The Final Stage fa salire il numero di pubblicazioni di questa band di veterani al quarto capitolo della loro già considerevole storia cominciata nel 2008. Veterani, già, poiché tutti i membri hanno alle spalle una carriera ultradecennale nel settore specializzato dell’Hard Rock e del genuino heavy metal “di una volta”, come si può anticipatamente intuire dalla prima occhiata alla copertina, opera di James Beveridge, la quale ci getta in un paesaggio distopico con in primo piano un guerriero alla Mad Max, illustrazione che sarebbe stata sicuramente all’altezza dei paesaggi schizofrenici della pellicola animata “Heavy metal” del 1981 (pellicola imprescindibile oserei aggiungere), così come d’altronde la musica dell’album.
Adriano Troiano e Jvo Julmy sono sicuramente i personaggi più conosciuti nel circuito metallico dati i loro trascorsi negli Emerald ma i due chitarristi Laederach e Sollberger e il nuovo batterista Herrmann non sono certo da meno e già dalle battute iniziali di “Kill the Dragon” si comprende che i Nostri non vogliono reinventare la ruota ma solo farla correre dannatamente veloce, come gli Dei dell’Olimpo Iron Maiden e Judas Priest.
E’ proprio dalla musica fondamentale di questi e in piccola parte da quella degli Helloween che gli elvetici vanno a costruire le loro trame, canoniche nella forma ma efficaci nel risultato ambìto, ovvero creare canzoni dinamiche e piacevoli.
Se “Staring at the Stars” è un grido di denuncia contro i cambiamenti climatici e i danni compiuti dall’uomo, la lunga “Dawn City”, la Lemmyana “World Of Wires” e “The Power of Evil” rappresentano un’energica critica alla società odierna e alla volontà dei potenti di asservirci. Ci sono anche canzoni con temi fantascientifici (“Fall From Glory”), ispirati a romanzi (“I am Omega”) o scabrosi (“Queen of Sin”) ma sempre con la stessa matrice di Heavy metal Classico a farla da padrone.
Siamo perciò di fronte ad un’opera non certo imprescindibile, ma sicuramente ideata con passione e con la volontà di suonare musica di un’altra epoca e con un piglio tutto sommato al passo coi tempi e scorrevole. Un ascolto consigliato agli amanti delle sonorità classiche.
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Directly from neighboring Switzerland, here is the Distant Past!
The Final Stage raises the number of releases of this veteran band to the fourth chapter of their already considerable history which began in 2008. Veterans, yes, as all the members have a career behind them over a decade in the specialized sector of Hard Rock and genuine heavy metal "once upon a time", as can be guessed in advance from the first glance at the cover, the work of James Beveridge, who throws us into a dystopian landscape with a Mad Max warrior in the foreground, an illustration that would certainly have lived up to it. of the schizophrenic landscapes of the 1981 animated film "Heavy metal" (an essential film I would dare to add), as well as the music of the album.
Adriano Troiano and Jvo Julmy are certainly the most well-known characters in the metal circuit given their past in the Emeralds but the two guitarists Laederach and Sollberger and the new drummer Herrmann are certainly no less and already from the opening bars of "Kill the Dragon" we understand that Ours do not want to reinvent the wheel but only make it run damn fast, like the Gods of Olympus Iron Maiden and Judas Priest.
It is precisely from the fundamental music of these and to a small extent from that of the Helloween that the Swiss build their plots, canonical in form but effective in the desired result, that is to create dynamic and pleasant songs.
If "Staring at the Stars" is a cry of denunciation against climate change and the damage done by man, the long "Dawn City", the Lemmyana "World Of Wires" and "The Power of Evil" represent an energetic critique of today's society and the will of the powerful to enslave us. There are also songs with science fiction themes (“Fall From Glory”), inspired by novels (“I am Omega”) or gory (“Queen of Sin”) but always with the same Classic Heavy metal matrix to master.
We are therefore faced with a work that is certainly not essential, but certainly conceived with passion and with the desire to play music from another era and with an air that is, after all, in step with the times and fluent. A listening recommended for lovers of classical sounds.